Ascoltami, figliolo. In questa nuda e ostile terra avrai solo due scelte: morire o adattarti. All’epoca noi avevamo ben poco, ci consideravano dei selvaggi, poco più che allevatori di cavalli. Ma abbiamo scelto di resistere, abbiamo scelto di combattere per le nostre vite. Siamo divenuti grandi, numerosi e capaci. E quando, per un breve periodo, i nostri popoli erano uniti in un’unica grande forza, le antiche civiltà dell’occidente hanno tremato nel vederci arrivare. Questo noi siamo. Non dimenticarlo mai.

Anziano Rasputii mentre parla con un giovane

Il passato

Per lungo tempo, la Grande Steppa fu un territorio di ben poco interesse per le altre terre di Andor, le povere e sparute tribù che la abitavano avevano pochi contatti con gli altri popoli ed anche quando ciò avveniva era per mere imboscate ed azioni di brigantaggio. Ma durante il VII secolo della Quarta Era, un potente condottiero di nome Tuk-Tuk si innalzò al di sopra di tutte le tribù proclamandosi Khan. La sua forza ed il suo carisma lo portarono a riunire tutti i popoli della Grande Steppa, ammassando un temibile esercito che rispondeva solo al suo comando. Ormai signore incontrastato di questa terra, decise di spingersi alla conquista delle terre occidentali per sottomettere al suo dominio i popoli di quei luoghi, da lungo tempo divisi in una guerra intestina tra l’Impero ed il Regno di Balivia. L’Orda di Tuk-Tuk Khan ottenne grandi vittorie sul campo di battaglia, riuscendo a conquistare con successo gran parte della Balivia. Ma quando il potente condottiero dell’Orda cadde in battaglia, il suo esercito si trovò senza una guida, sfaldandosi e venendo ben presto ricacciato nelle terre orientali dal quale era giunto.

Il presente

La Grande Steppa è un vasto territorio formato da desolate pianure ed altipiani ricchi di zone palustri. È un territorio poco fertile che ha reso difficile la formazione di stanziamenti stabili ed ha costretto i nativi ad una vita nomade. Con l’esaurirsi dell’Orda guidata da Tuk-Tuk Khan, molti abitanti delle steppe sono tornati nei territori d’origine portando con sé bottini e conoscenze che hanno cambiato profondamente il volto e spesso le usanze di questa regione. Da queste grandi migrazioni e mescolanze di popoli si sono andate affermando tre stirpi di abitanti delle steppe: i Rasputii, i Tar-Tar e gli Iqualuit. Questi popoli si sono andati formando per l’unione e la condivisione delle stesse usanze, piuttosto che per l’agire di qualche sovrano, e al loro interno sono divisi in un gran numero di Clan. Questi tre popoli raramente entrano in conflitto tra loro a causa delle grandi distanze e soprattutto delle differenti prerogative, difatti sono più diffusi i conflitti interni tra i vari clan di una stirpe piuttosto che tra stirpi diverse. Con la caduta dell’Impero nei territori occidentali, vari Khan della Grande Steppa stanno tentando di instaurare rapporti con l’occidente e trarre vantaggio dalle nuove divisioni che sono andate creandosi.

Popolo Rasputii

Sono gli unici abitanti delle Steppe che hanno cominciato a rendere abitabili alcune zone paludose, introducendo le tecniche occidentali di drenaggio del suolo. Hanno edificato i primi villaggi, quasi sempre pesantemente fortificati. I Rasputii sono un popolo di confine, insediatosi sul limitare occidentale e su quello orientale della steppa. Questa vantaggiosa posizione ai confini ha reso la principale attività di questi abitanti il commercio, gestendo spesso le carovane commerciali che attraversano la Grande Steppa ed uniscono l’occidente con l’oriente. I Rasputii sono riusciti ad apprendere le raffinate tecniche metallurgiche orientali del Cipango, che gli hanno permesso di realizzare un acciaio vagamente simile al leggendario e costosissimo acciaio damascato cipanghese, ma decisamente più economico, che viene chiamato Acciaio Rosso a causa delle sue venature rossastre. L’organizzazione politica di questo popolo è assai variegata a seconda delle inclinazioni dei vari Clan, ma è generalmente dispotica ed esercitata dai Signori che hanno costruito i loro forti sulle poche strade sicure che attraversano le distese palustri. È usuale per questo popolo avere grandi copricapi cilindrici fatti in pelliccia e per i combattenti veterani è usanza portare lunghi baffi e bere distillati temibilissimi. Il culto più diffuso è quello dello Spirito Madre, ma il culto di Atreius inizia ad essere seguito da molti abitanti dei territori occidentali, vicino al Giudicato di Atreius ove questo culto è molto diffuso.

Popolo Tar-Tar

Noti anche come “i Signori dei Cavalli” o “i 50 Khan”, sono gli abitanti della zona centrale e più vasta della Grande Steppa ed hanno mantenuto gran parte delle antiche tradizioni di questa terra. È un popolo di allevatori di cavalli, abilissimi cavalieri ed eccelsi costruttori di armi da tiro. I Khan, ovvero i re locali, hanno corti itineranti che si spostano nel corso dell’anno per migliaia di chilometri, in base alla stagione ed alla posizione dei pascoli, portando con sé infinite mandrie di bestiame e l’intero proprio popolo. Uno dei Clan più numerosi che sia stato osservato contava 15.000 abitanti, ovvero circa 2000 Yurte, le tende tradizionali della steppa, ed un non ben precisato numero di capi di bestiame. I Tar-Tar sono un popolo solito alla guerra poiché da sempre i vari Clan si contendono incidentalmente i pascoli durante i vari spostamenti. Queste loro capacità li hanno resi dei formidabili mercenari, la cui fama è giunta fin nelle terre occidentali andando ad alimentare una concorrenza, nonché rivalità, con i mercenari Niurn della città di Nantos. Si dice che in diverse occasioni i mercenari Tar-Tar abbiano sfidato in prove di coraggio ed abilità i mercenari di Nantos, creando “disordini” in diverse città occidentali. La ricchezza in questi Clan è misurata in cavalli, infatti solitamente la guida di un Clan è in mano a colui che possiede più cavalli e che pertanto è in grado di far muovere l’intero Clan o parte di esso. Nonostante la forte identità a carattere tribale e famigliare delle corti, i Tar-Tar sono aperti ed incuriositi dalle altre culture. Non disprezzano i gioielli di fattura Darkwild o la forza bruta dei Mezz’orchi, ed innanzitutto ogni nuovo incontro, dopo essersi accertati che non ci si trovi dinanzi ad una minaccia da coprire di frecce, può essere il compagno di un nuovo, florido e vantaggioso commercio. Il culto più seguito dai Tar-Tar è quello dello Spirito della Tempesta, che a seconda della tribù e della tradizione prende forme più disparate, da quella di un imponente orso bruno, a quella di un cavaliere o addirittura di un cavallo gigantesco che guida le tempeste. I temporali sono eventi naturali più che frequenti in questi territori ed i fulmini sono rispettati e temuti allo stesso tempo, spesso identificati con il nome di “Dito dello Spirito”, il quale indica luoghi di misticismo o direzioni da prendere. Inoltre, i Signori dei Cavalli sono estremamente superstiziosi, affermando che il metallo attira l’ira del fulmine ed invitando a chi fa uso di metallo di raccomandarsi alla protezione degli Spiriti. Al di là dell’interpretazione religiosa, spesso le piogge dei temporali rendono vagamente fertile la terra arida della Grande Steppa creando così buoni pascoli.

Popolo Iqualuit

Gli Iqualuit abitano nei territori perennemente ghiacciati che si trovano all’estremo nord della Grande Steppa, sono il popolo meno numeroso ma maggiormente avvolto dal mistero di queste terre. Di loro si conoscono solo dicerie che circolano nelle steppe. L’unica certezza è che sono formidabili cacciatori, inspiegabilmente capaci di sopravvivere alle temperature più estreme e di confrontarsi con le mostruose creature che si dice abitino queste gelide lande. Gli Iqualuit raramente si spingono a sud, ma è noto che siano un popolo ostile e territoriale, qualunque cosa si muova all’interno della propria terra diviene una potenziale preda. Anche per questo gli altri abitanti della steppa si tengono ben alla larga dai loro territori. Tra le poche cose note di questa popolazione è che venerano lo Spirito della Bruma, ovvero lo spirito della caccia e delle nebbie, e che si aggirano in piccoli gruppi ammantati da pellicce di possenti creature ignote ai più.

Nomi

Gli abitanti della Grande Steppa non vengono identificati con un unico nome, questo a causa delle molte differenze che distinguono i vari popoli che abitano questa terra. Il membri del Popolo Rasputii hanno nomi e cognomi prevalentemente “russi”, ad esempio Lazar Svetoslav, Anton Matvery, Beatrisa Milada, Olga Veveya. I membri del Popolo Tar-Tar hanno nomi prevalentemente “mongoli” seguiti dal nome del loro Clan, che corrisponde a quello del Khan che lo comanda, ad esempio Taishir del Clan Zhalot oppure Oyuna del Clan Medgui. I membri del Popolo Iqualuit hanno nomi prevalentemente “inuit”, ad esempio Kaneq, Inuk o Tualuu.

Città Principali

Rovie-Grad

Città fortificata situata nell’Enclave Occidentale del popolo Rasputii. La sua posizione di confine con il Magistero di Rared ed il Giudicato di Romelia l’hanno resa un ricco centro commerciale per tutte le carovane che attraversano la Grande Steppa.

Vostok-Grad

Città fortificata posizionata nell’Enclave Orientale del popolo Rasputii. Si trova ai piedi dei Monti del Drago, catena montuosa che divide la Grande Steppa dal Celeste Impero del Cipango. Nei dintorni della città è situato il Pozzo dell’Esalazione, un terreno paludoso che ha resistito alle tecniche di drenaggio ereditate dagli occidentali. Questi insalubri luoghi hanno però permesso ai Rasputii di distillare dei letali veleni, venduti poi a peso d’oro nei giusti mercati.

La leggenda di Tartarus

Nella Grande Steppa si tramanda un’antica storia. Si racconta di un gigantesco ciclope, la cui pelle era di dura pietra e Tartarus era il suo nome. Egli viveva in solitudine agli albori dei tempi e come unico conforto aveva la compagnia dei propri cavalli, a cui il ciclope teneva molto. Ma Tartarus ricevette la visita di un misterioso stregone giunto da lontano, il quale uccise uno dei destrieri del ciclope per berne il sangue, svanendo poi nel nulla. Tartarus fu colto da un irrefrenabile ira, dimenandosi e radendo al suolo tutto ciò che aveva intorno. Nella sua collera, il ciclope spezzò le montagne, deviò il corso dei fiumi e calpestò le colline fin a trasformarle in metallo. L’ira di Tartarus fu così duratura che egli morì per la fatica e dal suo corpo putrefatto 53 spiriti presero vita e forma. Questi spiriti lottarono per secoli tra di loro, ancora infusi della furia del ciclope, finché solo tre ne rimasero in vita. Dal sangue versato di questi spiriti si generarono i feroci abitanti della Grande Steppa e da ciascun caduto un Clan ebbe vita

Gli àuguri sciamanici delle steppe attribuiscono tale leggenda alla genesi di Andor ed alla venuta di Shauku, spiegando con metafore mitologiche l’insolita conformazione delle steppe, dove fiumi si disperdono nel nulla, le montagne formano spesso altipiani vastissimi e certe zone sono ricche di giacimenti minerari che affiorano. E infine il grande altopiano del Tartarus, o del Ciclope per i locali, ovvero la prateria più grande di tutta Andor, creatasi, secondo la leggenda dalla carcassa del ciclope.