9- Il Riformato Impero ed il ritorno della magia

Dopo l’abbandono di Shauku del piano di Andor, la magia era quasi del tutto scomparsa. Con la sparizione di questa grande forza, il mondo cadde in un periodo di caos e disordini, si compivano stragi nel nome di falsi idoli e le barbarie e le ingiustizie scandivano le cupe giornate di un mondo in pezzi. Ma dalle ceneri della paura e della rassegnazione si erse un rinato desiderio di ordine e onestà. Nel cuore del Regno dell’Esterland, il Re Franz II di Konninger iniziò a mobilitare le sue truppe, addestrandole alla guerra e ad un ideale di giustizia che oltrepassasse i territori del suo regno e che si diffondesse in tutta Andor. Il mondo aveva di nuovo bisogno di essere unito sotto un unico vessillo che rappresentasse la rinascita di ordine e di giustizia: la rinascita dell’Impero.

Partendo dall’Esterland, l’Imperatore Franz II di Konninger iniziò una campagna militare al fine di espandere il più possibile i domini del Riformato Impero. In questa sua battaglia era affiancato da un prode guerriero, creduto morto da tempo, appartenuto al passato di Andor: Dertamin, Paladino di Wirth. Il potente araldo di Wirth vide le macerie di un mondo ridotto in questo modo a causa della scomparsa della magia, secondo lui per troppo tempo le genti di Andor si erano appoggiate a questa antica arte e mai più vi avrebbe fatto affidamento per poi sprofondare nuovamente nel caos e nella morte. Crebbe dentro di lui una grande furia, assieme alla convinzione che ciò che rimaneva della magia andava scovato e distrutto per sempre. Fu così che, capeggiato dal potente condottiero Dertamin, il Riformato Impero ottenne importanti vittorie riuscendo ad ottenere l’appoggio della Confederazione delle Valli e a conquistare il Regno di Bramos.

Di pari passo con l’espansione imperiale si diffondeva un disprezzo sempre maggiore per i maghi e per la magia in sé, uomini e donne sospettati di essere in grado di manipolare i flussi venivano strappati alle loro case ed incarcerati. Tomi di antiche conoscenze, artefatti incantati, ricerche di illustri maghi, tutto veniva rastrellato e gettato tra le fiamme di immensi roghi. Il popolo di Andor, nel vedere l’espansione dell’Impero, si scisse in due. Coloro che erano convinti che solamente l’Impero avrebbe potuto riportare ordine nel caos che prima imperversava, e che il sacrificio di pochi poteva valere la sicurezza di molti. Altri invece temevano che in questo modo il mondo sarebbe sprofondato nuovamente in un incubo di rappresaglie e oscurantismo.

Grazie alla guida dell’Ordine della Fiamma Blu, che già in passato aveva difeso la magia dall’annientamento, i pochi maghi rimasti cercarono di organizzarsi ed impedire che il folle Dertamin compisse fino in fondo la sua opera di distruzione. Mentre l’Impero continuava la sua conquista, annettendo i territori della Confederazione di Rhan e di Veterford, alcuni maghi riuscirono ad entrare in possesso di antichi tomi che mostravano una via per riportare la magia sulle terre di Andor. In questo modo speravano di poter ritrovare la forza di un tempo e poter fermare il genocidio portato avanti da Dertamin. Con grande sacrificio fu compiuto un antico rituale per riportare finalmente la magia, se in tempi antichi il Manhan fu un dono dei Draghi, questa volta furono i mortali a far scorrere nuovamente i flussi sulle terre di Andor.

Ma il vero sacrificio sarebbe giunto solo in seguito, poiché i mortali non sapevano che erano caduti nelle oscure trame di esseri molti più in alto di loro. Lo scellerato operato di Dertamin aveva diffuso la rabbia e la paura nei cuori di molti maghi, i quali, temendo il totale annientamento, per ottenere la propria rivalsa avevano fatto affidamento su una forza troppo grande da poter controllare. Poiché il rituale per riportare la magia era stato compiuto da uomini il cui cuore era intriso di odio e di paura, si compì un’antica profezia che portò all’apertura di un immenso portale che permise un passaggio sicuro tra il piano materiale di Andor e il piano delle creature demoniache. Orde di Demoni Minori ebbero accesso alle terre di Andor, iniziando a compiere carneficine e scempi di ogni sorta; la magia era ritornata nel mondo ma a quale costo? La Guerra dei Demoni era cominciata.

10- La Guerra dei Demoni

La magia era ritornata su Andor ma con essa fu aperto un portale che collegava il piano materiale a quello dei demoni, riversando sulla terra orde di creature demoniache. Per Andor fu l’inizio di un periodo buio. Interi eserciti di Demoni Minori si scagliarono sulle terre libere degli uomini e di tutte le razze, questi esseri erano stati creati appositamente per assediare le città umane e trucidare tutti coloro che gli si parassero dinnanzi. Le razze mortali cercarono di affrontare la nuova minaccia che gli si parava dinnanzi, ma la forza del nemico e il suo numero soverchiante rendeva difficile tenergli testa. Molte città furono assediate e rase al suolo e le sue genti trucidate senza alcuna pietà. Il Riformato Impero era stato costretto a cessare la propria espansione militare su Andor, ciò nonostante dinnanzi ad una così grande minaccia l’Imperatore decise di ergersi a baluardo dei più deboli e di tutte le razze che minacciavano di essere spazzate via.

Gli eserciti imperiali fortificarono le difese delle città, respingendo le orde demoniache quanto più possibile. I soldati del leone rampante ottennero importanti vittorie e riuscirono a salvare molte vite, dimostrando a tutte le genti di Andor quanto l’Impero si prodigasse per mantenere l’ordine e la salvaguardia dei suoi sudditi. Ma il portale che univa i due mondi era ancora aperto e le forze demoniache tornavano sempre più numerose, era necessario comprenderne l’origine e trovare un modo per chiuderlo definitivamente. Un gruppo di prodi avventurieri, che assistettero al rituale per il ritorno della magia e per primi respinsero l’arrivo dei Demoni, fu chiamato dall’Impero a prestare il loro aiuto. Furono però portati dinnanzi a colui che per lungo tempo avevano odiato e combattuto: Dertamin. Il Paladino di Wirth spiegò loro che era stato involontariamente una pedina nelle macchinazioni del Drago malvagio Zal’Thrull. Il drago lo aveva corrotto nel momento in cui Dertamin era tornato in vita, iniettando in lui una rabbia innaturale che finalmente era riuscito a contenere, riacquistando la consapevolezza delle proprie azioni. Secondo i piani di Zal’Thrull, questa ira avrebbe alimentato a sua volta l’odio e la paura in molti maghi, i quali avrebbero riportato la magia su Andor spinti da un sentimento di vendetta.

Con il ritorno della magia si era potuta compiere una maledizione che secoli prima fu scagliata su Dertamin dal suo acerrimo nemico, il mago Durmanhill conosciuto come il Tiranno della Notte. La maledizione riportò in vita il Tiranno sotto forma di essere demoniaco, il quale fu scelto da Zal’Thrull come campione per poter capeggiare gli eserciti di demoni. Inoltre solo lui era in grado di compiere un rituale che avrebbe aperto un secondo portale che questa volta avrebbe riversato su Andor i Demoni più potenti e spietati che Kal’Dum, alleato di Zal’Thrull in questo scellerato piano, avesse creato. Ma se il campione dei malvagi era il Tiranno, quello delle razze mortali era Dertamin. Solo la sua essenza pura era in grado di infliggere il colpo di grazia al potente mago Durmanhill, il Paladino però era stato corrotto da Zal’Thrull e quindi non poteva affrontare il proprio nemico con le sue sole forze. Era necessario riforgiare l’antica spada di Dertamin, andata in frantumi e poi perduta, la quale aveva inferto il colpo mortale al mago Durmanhill secoli prima. Il gruppo di avventurieri iniziò quindi una ricerca che li portò al cospetto degli spiriti dei compagni d’armi di Dertamin, i quali custodivano i frammenti della spada. Grazie al loro aiuto i frammenti furono recuperati ed il rituale per la forgiatura compiuto.

Durante il rituale Dertamin infuse ciò che rimaneva della sua essenza pura nella spada, rinsaldandola della forza necessaria per sconfiggere il mago Durmanhill; questo gesto però prosciugò Dertamin dell’energia necessaria per rimanere sul piano materiale, compiendo questo ultimo sacrificio donò ai prodi avventurieri la propria spada per poi lasciarsi morire tornando al cospetto di Atreius. Grazie all’antica spada, il gruppo di avventurieri poté scagliare l’attacco finale alle forze del nemico ed uccidere una volta per tutte il rinato mago Durmanhill, impedendo così l’apertura di un secondo portale che avrebbe significato la fine per le terre di Andor. E poiché il mago Durmahill incarnava in sé l’energia necessaria per permettere ai demoni di rimanere sul piano materiale, con la sua morte tutte le orde demoniache svanirono in una coltre di cenere. Finalmente l’incubo della Guerra dei Demoni era finito. Dertamin si era pentito per le proprie azioni e si era redento con l’estremo sacrificio.

Il Riformato Impero si era dimostrato un valido baluardo a difesa degli ideali di ordine e giustizia, era giunto il momento di ricostruire e di tornare ad un tempo di pace e prosperità.

11- Il nuovo Kal’Dum e la fine della Rete Nera

L’invasione demoniaca ordita da Zal’Thrull e Kal’Dum era fallita. Il Drago dell’Ombra aveva attinto a grande parte del suo potere per poter creare le orde di demoni e con la loro distruzione la sua energia era più instabile che mai. Il potere maligno che Shauku gli aveva imposto, e che aveva da sempre alterato il suo senno, cominciava a diventare troppo pressante, anche per un Drago. E il Signore delle Ombre fece quel che doveva per sopravvivere: cedette il potere alla sua progenie degenerata, Zal’Thrull. Se questi abbia preso tutto il potere o solo una parte, non è dato sapere. Per un lungo periodo Kal’Dum rimase lontano dagli eventi delle terre di Andor, lasciando senza poteri e senza una guida tutti i suoi seguaci e sacerdoti.

Tra le fila della Rete Nera, setta segreta di assassini e fedeli del Drago dell’Ombra, si andarono definendo due fazioni dalle visioni contrapposte. Da una parte vi erano coloro che ancora credevano nel ritorno di Kal’Dum ed era necessario resistere, anche senza poteri, come prova di fede nei suoi confronti. Altri invece avevano rifiutato la fede nel Drago, convinti che questi li avesse abbandonati al loro destino e che fosse quindi necessario trovare una nuova strada. Le varie confraternite appartenenti alla Rete iniziarono una lotta interna che sfociò nel sangue. Vennero orditi complotti da entrambe le parti ai danni dei rivali e compiuti assassinii per mettere a tacere coloro che la pensavano diversamente. Lo stesso Artiglio fu colpito da questa faida interna, perdendo alcuni dei suoi elementi più importanti. Negli anni che trascorsero dall’inizio di questi scontri, il Riformato Impero aveva rinsaldato la propria autorità su tutta Andor rendendo molto difficile alla Rete agire in segreto come sempre aveva fatto. Molte congreghe furono scoperte e smantellate ed i loro membri messi a morte.

La Rete Nera era più debole che mai, divisa al suo interno e colpita dall’esterno, la sua sopravvivenza era appesa ad un filo. Fu in quel momento, in cui tutto sembrava perduto, che iniziò a diffondersi una nuova voce tra le genti di Andor. Uomini e donne parlavano di Kal’Dum come mai prima d’ora. Un Drago che professava la libertà di ogni individuo di agire come meglio credeva, che idolatrava la volontà delle razze mortali, che disprezzava le ristrettezze imposte dalle autorità che fossero esse terrene o divine. Questo pensiero si diffuse in fretta tra la gente, tra i contadini oppressi dalle tasse, tra i mercanti stanchi di dover rispettare rigidi regolamenti, tra le persone comuni stanche dell’oppressione dai faticosi doveri di ogni giorno.

I sacerdoti di Kal’Dum sentirono una nuova energia scorrere dentro di loro, una nuova via da percorrere. Ciò che rimaneva della Rete Nera era solo il ricordo di un tempo in cui non vi era sotterfugio o traffico o trama nell’ombra che non passasse in qualche modo sotto la sua egida. Quei giorni erano finiti da tempo ormai, eppure rimaneva un ultimo patto da stringere nell’ombra. Nessuno sa come siano andati realmente i fatti. Alcune voci dicono che la Rete Nera cessò di esistere. Al contempo il Riformato Impero fondò una propria rete di spie al fine di sventare attacchi agli interessi dell’Impero o all’incolumità dello stesso Imperatore; vennero chiamate le Cappe Rosse.

Da lì a poco, il Maestro delle Leggi dell’Alto Concilio Imperiale promulgò un editto che autorizzò il culto di Kal’Dum in tutto il territorio imperiale. Per quanto i suoi seguaci rimangono tutt’ora mal visti dai più, la legge permette loro di professare il proprio credo. Molte cose sono cambiate rispetto al passato. Eppure rimane sempre qualcuno nascosto nell’ombra, da qualche parte.

 

Quarta Era – Parte 1

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