Persa la guida dei loro signori Draghi, le razze iniziarono ad organizzarsi nel migliore dei modi, la prima forma di governo fu il gruppo tribale, ma lentamente all’interno dei villaggi iniziarono ad emergere figure di spicco, uomini saggi e capaci, che riuscirono a divenire guide ispirate per le comunità, furono fautori della nascita dei primi regni. La necessità di una forte guida era molto sentita in questo periodo, difatti tutte le razze, dovettero adoperarsi per preservare le proprie vite e le proprie terre da un mondo ostile che li circondava.

Le continue fratture del velo, la venuta dei demoni, il risveglio dei non morti e gli esperimenti partoriti dai primi manipolatori del flusso, riversarono sulle terre di Andor un tale marasma di creature pericolose e violente che le razze furono costrette a soli spostamenti di necessità per brevi tratti. I regni erano poco più che feudi che si auto sostentavano, resistendo ai reiterati attacchi da parte di predoni e bestie predatrici. Creare in una situazione del genere un regno di proporzioni maggiori a quelli esistenti era cosa impossibile, ma in breve la situazione mutò radicalmente.

Nel 200° anno della seconda Era, infatti, accadde un mutamento che sconvolse per sempre i destini di tutte le razze. Salsharoon, un potente re del nord, si alleò con un elfo di nome Aludver, uno dei primi manipolatori del flusso, la loro alleanza casuale e di necessità, generò però un embrione di un regno più vasto e potente dei vicini. Salsharoon doveva difendere il suo popolo e le sue terre da una delle più tremende razzie che il suo popolo avesse mai subito da parte di un potente capoguerra orco, Gruntamin. Nella sua marcia di morte, distruzione e rapina, l’orda degli orchi colpì contemporaneamente sia la patria di Salsharoon che quella di Aludver, i due si videro quindi costretti ad un patto di alleanza, ma l’elfo ordinò che se l’umano avesse potuto usufruire dei suoi poteri, era costretto ad inviare, a guerra finita, uno dei suoi figli da lui, affinché lo istruisse come mentore.
Durante la seconda Era, gli umani non erano manipolatori del flusso e vedevano nella magia, non derivante dai Draghi, una blasfemia. Salsharoon però, suo malgrado, accetto i termini. Unendo le proprie forze, umani ed elfi riuscirono a respingere l’orda e darsi addirittura al suo inseguimento. Nella marcia di ritirata verso le montagne nebbiose, gli orchi, resi audaci dalla paura per l’esercito lanciato al loro inseguimento, brutalizzarono molti villaggi, ma il sopraggiungere dell’esercito di Salsharoon e Aludver, li costringeva continuamente alla fuga, in quella che venne ricordata come “La guerra del Lungo Passo”, inizia a delinearsi l’embrione nascente di un regno vastissimo, come non se ne era mai visto nelle terre di Andor dall’era dei Draghi.

Quando Gruntamin venne raggiunto e sconfitto definitivamente, il regno di Salsharoon poteva ormai contare sulla fedeltà di ben tredici Lord e il suo esercito si era ingrossato di Darkwild e Shinikon. Aludver decise di sottomettersi a sua volta a Salsharoon, perché durante la guerra egli era diventato un grande amico dell’umano e in lui aveva visto la saggezza di un grande re e l’abilità di un vero condottiero.

Vennero allora issati su quattordici castelli l’emblema di Salsharoon, il Leone nero. Ma Salsharoon era ben lontano dal creare un regno e sopratutto una dinastia, dei suoi dodici figli, solo quattro tornarono dalla guerra e tutti loro erano amati dai soldati e conosciuti come eroi, erano boriosi e violenti, ma questo ad Aludver non importava, il patto andava onorato e così Salsharoon si vide costretto a scegliere, nessuno dei suoi figli, però, acconsentì di prestare servizio presso l’elfo e dunque la pace e l’alleanza tra umani ed elfi vacillò. Fu in quel momento però che si fece avanti un figlio mai riconosciuto da Salsharoon, Gyrth, nato da una notte di passione con una feroce guerriera al servizio di Aludver, Gyrth era figlio illegittimo e bastardo di Salsharoon e seppure egli non era riconosciuto e considerato un bastardo, Aludver non disdegnò la sua proposta di offrirsi come allievo. Salsharoon salutò la decisione con piacere, ma non riconobbe comunque la paternità di Gyrth, essendo egli un sangue impuro (appellativo dei primi Mezz’elfi).

Per dodici anni Gyrth apprese l’arte della manipolazione del flusso, vide morire Salsharoon di vecchiaia e vide la guerra civile che i suoi fratelli scatenarono per il dominio sul regno del Leone nero. La guerra portò nuove conquiste, alleanze e tradimenti; tra i quattro figli, solo Nurn ebbe la meglio, facendosi incoronare Re, fece poi fondere le teste dei suoi fratelli nel trono di ferro sul quale sedette, che il popolo prese a chiamare seggiola dei tre teschi, poiché solo i volti dei teschi si potevano scorgere dai bracciali e dallo schienale del trono di ferro. Gyrth osservò con quanta crudeltà il suo fratellastro governava un regno cresciuto nell’odio e nel sangue, nonostante questo, però, non venne distratto dai suoi studi e dai suoi impegni da questo.

A sud, invece, era fuggito Salisander, un Sangue Draconiano che aveva servito prima come ufficiale nell’esercito di Salsharoon, nella Guerra del Lungo Passo, e poi come fedele generale di Gorin, il figlio maggiore del suo Re, che considerava il vero legittimo successore. Egli fondò un piccolo regno, il Regno dell’Aquila Bianca, radunando attorno a sé i Lord di quelle terre per poter tornare a nord successivamente e rovesciare Nurn “L’usurpatore”. Dopo 20 anni, finalmente, egli aveva radunato abbastanza soldati, ma di fronte a lui crebbe un dilemma, se avesse eliminato Nurn chi avrebbe potuto legittimamente succederlo? Salisander si sentiva comunque ancora un fedele feudatario di Salsharoon. Fu allora che ricordò il giovane mezz’elfo, Gyrth. Muovendosi a nord con la sua armata, attraversò le terre di Aludver e qui chiese a Gyrth di seguirlo, non per rancore o fedeltà ad un padre che non lo aveva mai amato, ma per amore, Gyrth seguì Salisander, egli infatti si innamorò di Shya, la figlia del Generale, nel momento stesso in cui la vide. 

La guerra che ne conseguì fu tremenda, ricordata col nome della “Guerra dell’Aquila e del Leone”, per due anni Nurn sacrificò innumerevoli vite dei suoi sudditi, ma la vecchiaia, le rivolte interne di un popolo esasperato dalla sua tirannide, e una vittoria dietro l’altra di Gyrth e Salisander, fecero crollare il regno del Leone nero. Gyrth venne incoronato imperatore, e per duecento anni governò il suo regno e sottomise i restanti regni le terre di Andor, nacque così il Grande Impero che rimase stabile e prospero sotto la guida di Gyrth e dei suoi successori per 700 anni.

 

Cap. 2 – La venuta delle Razze

Cap. 4 – L’era degli Imperi