Bonus Razziali

  • Abilità “Contatti col Mercato Nero 1” gratuita alla creazione del personaggio

Psicologia

Deboli, infidi, traditori e ladri. Molti sono i tratti che le genti delle terre di Andor hanno imparato a comprendere dei Goblin. La stirpe dei rinnegati, i falsi salvatori, c’è un detto tra gli umani “Che gli Deì ci preservino da quattro cose, peste, fame, guerre e goblin”. I goblin sono odiati da tutti e vivono dappertutto, se c’è un lavoro sporco loro possono farlo, o comunque c’entrano comunque qualcosa. Per un goblin ricchezza, potere e dominio sono i pilastri portanti della loro cultura. Un goblin pensa sempre a se stesso, poi forse vede se può fare qualcosa per qualcuno che può probabilmente tornargli utile un giorno. Non danno nulla per nulla, non costruiscono, non creano, non lavorano, l’occupazione di un goblin è fare soldi o evitare di essere schiacciato, ma tutto ciò lo fanno seguendo il dettame morale di “minimo sforzo, massimo rendimento”. I goblin sono infestanti, vivono nelle città umane e sono come ratti, dappertutto ci sono i loro occhi e le loro orecchie, anche se c’è da guadagnarci anche solo un pasto caldo senza dover lavorare. I goblin che invece vivono nelle terre selvagge sono sempre e comunque parassiti di tribù o comunità con le quali commerciano fino a che la pazienza dei loro vicini regge. I più tribali invece, coloro che vivono nelle montagne, hanno mantenuto una psicologia molto semplice, vivono servendo come cacciatori e mercenari, tengono i passi sgombri da briganti e creature pericolose, ma se ne hanno la necessità, si “prendono cura” delle carovane di passaggio. Odiano la magia, poiché a causa sua il loro popolo fu soggiogato un tempo, e non praticano mai le arti arcane, ma paradossalmente venerano gli Deì in maniera fervente, sempre alla ricerca del perdono, ma non dei loro peccati o colpe, ma per redimere il loro sangue impuro. La psicologia di un goblin è dunque molto semplice, ricchezza, potere e sopravvivenza, per un goblin ritornare nel proprio tugurio con la pancia piena, le tasche ricolme di monete e un paio di leccapiedi che lavorano per lui nella sua proprietà è l’aspirazione massima. Politica, guerre e intrighi? Bé, se possono fruttare qualcosa alle loro tasche va bene, altrimenti alla larga. Infine i goblin più civilizzati soffrono di un tremendo complesso di inferiorità, la loro debolezza fisica, sempre causata dalla magia, e la loro profonda paranoia, li hanno resi timorosi, questo aspetto però non è presente nei goblin di montagna che si lanciano senza timore in cariche sconsiderate contro i propri nemici, sempre comunque se c’è qualcosa da guadagnarci.

Cultura

I goblin hanno una grande cultura che tramandano gelosamente di padre in figlio, pur essendo ladri e considerati da molti la feccia della società, essi non dimenticano le loro mitiche origine. Molte furono le prove che la loro gente dovette affrontare e altrettanto grandi furono i loro sacrifici. Dopo la Battaglia delle tre spade, nella quale i goblin e gli hobgoblin si ricongiunsero con i loro creatori, per il loro popolo iniziarono le prime sfide. Nessuno si fidava di loro, tutti li temevano e anche se avevano versato sangue per respingere l’orda oscura, le altre razze li scacciavano. Fu allora che durante il dominio dell’impero Durmanhill, la casta dei maghi ideò la più tremenda punizione per i Goblin, essi furono rastrellati dovunque nelle terre di Andor e marchiati con un potente incantesimo di vincolo che li rese deboli nel fisico ma con una forza sovrumana e vincolati ai loro signori maghi. Furono gli anni della schiavitù, nei quali molti goblin morirono vessati dai loro padroni e obbligati a compiere stragi contro la loro volontà, in quegli anni l’odio nei confronti della loro razza si accrebbe a dismisura, ma nessuno si rendeva conto che durante le esecuzioni che erano costretti a fare, i loro occhi erano gonfi di pietà e lacrime per le loro vittime e le loro schiene spezzate dalle frustrate dei loro padroni. Fu allora che i goblin svilupparono il loro totale odio per la magia arcana, ma quando furono liberati, nessuno li apprezzava o voleva vicini, li chiamavano traditori, assassini e criminali, e col passare del tempo fecero della loro condizione un’arma. Esclusi ed odiati, alcuni decisero di allontanarsi dalle città degli umani tornando a vivere nelle montagne come i loro progenitori facevano, altri invece si insediarono nelle città. Qui costretti dall’odio per la loro razza a sopravvivere in qualche modo, divennero quello che sono oggi, pur sentendosi vicini agli umani come pensiero e diventando affini alla loro cultura, i goblin non dimenticano il loro passato, non esiste una cultura goblin perché a loro venne strappato il diritto di crearla, l’unico aspetto culturale che rimane quasi un’obbligo non scritto per gli appartenenti a questa razza è la memoria, la memoria di quello che erano e il motivo per il quale non poterono creare un’angolo di mondo in cui vivere in pace e serenità come le altre razze. La loro malvagità dunque è derivata dalla necessità di sopravvivere, e se anche questo non basta alle altre razze per giustificarli, essi non dimenticano.

Rappresentazione

La pelle dei goblin è verde pallido, tutte le parti di pelle di visibili vanno colorate con il cerone di questo colore, hanno orecchie lunghe dello stesso colore e nasi lunghi e aquilini (come quelli delle streghe per intenderci), alcuni goblin hanno occhi gialli e rossi, i goblin di montagna invece hanno una carnagione giallognola o in alcuni casi marrone, i loro nasi sono schiacciati e hanno orecchie frastagliate. I corpi dei goblin possono essere esili o in parte pienotti, ma la loro statura non deve essere eccessivamente alta. Inoltre se è in previsione un live notturno, coloro che interpretano personaggi Goblin possono portare con loro visori notturni o torce a testa da poter camuffare sotto un cappuccio per simulare la loro visione notturna senza difficoltà, non dimenticatelo, è molto importante. Questi canoni fisici vanno rispettati per interpretare un goblin, queste sono le doti fisiche necessarie per poterli rappresentare al meglio, per abbigliamento o ritocchi vi è lasciata la più completa fantasia.